sabato 9 gennaio 2016

Setup dell’albero per Classe A

Spesso, confrontandoci con i più esperti velisti di Classe A, ma non solo di questa classe, ci capita di sentir parlare di regolazioni molto raffinate per riuscire a condurre al meglio il Cat nelle varie condizioni di vento e mare. Tra le varie regolazioni una, molto importante, riguarda la configurazione delle crocette e della rotazione dell'albero. Argomenti abbastanza difficili da approfondire, direte, ma abbiamo trovato un interessante articolo della Landenberger specifico per le regolazioni dell'albero per Classe A (che siano classici UACC o con foilers) e che è stato tradotto in italiano per far conoscere ai nostri lettori e appassionati di vela per multiscafo dei concetti a nostro avviso molto importanti. Vi proponiamo, quindi, la nostra traduzione, invitandovi oltre che ad una attenta lettura, anche ad esprimere commenti o eventuali correzioni relativi alla traduzione stessa.
Buona lettura e come sempre Buon Vento !


Nel corso delle  ultime stagioni è diventato abbastanza chiaro che molte persone che hanno sperimentato problemi di velocità o potenza avevano poca conoscenza di base di ciò che è possibile fare con le regolazioni  dell’albero.
E' chiaro che cosa fare con il cunningham, semplicemente tirarlo per scaricare la pressione dell’aria fuori della vela a seconda delle necessità,  ma spesso l'albero non viene regolato, considerando questa regolazione  come ultima priorità.
Infatti, la regolazione dell’albero, è uno dei più importanti controlli di velocità sulla barca. E 'importante capire come usarlo, e quale forma di vela si desidera nelle diverse condizioni. Non è così semplice avere a che fare  con numeri ed angoli  per  ogni albero e vela, perciò , proverò a evidenziare alcuni concetti  chiave per aiutare a comprendere tutto questo correttamente.

•    Più aumentiamo il pre-bending (preflessione) dell’albero più la rotazione dell’albero ha effetto sulla forma della vela 
•    L'effetto della regolazione delle crocette fa si che  più l'albero viene ruotato all'indietro (spanner più chiuso), più la sezione inferiore dell'albero  può piegarsi in avanti (in direzione della barca) e più rigida diventa la  sezione superiore dell’albero.  Lasciando fuori dalla discussione per adesso la tensione sul cunningham,  il risultato della regolazione delle crocette  sarebbe che la vela si appiattisce sul fondo e diventa  più piena (grassa) nella parte superiore.
•    Ruotare l’albero più in avanti (aprendo lo spanner ) consente alle crocette di iniziare a lavorare,   la sezione inferiore dell’albero diviene più rigida nella direzione in avanti e la parte alta diviene più morbida dietro. Il risultato è che la vela diviene più profonda nella parte bassa e più piatta nella parte alta.
•    Dare tensione al cunningham appiattisce la vela e tenderà ad appiattire di più  la parte alta della vela rispetto alla parte bassa della vela,  inquanto la parte superiore dell’albero è  più libera di flettere. Capire qual’è la forma della vela che lavora meglio nelle diverse condizioni è molto importante.

Per esempio con  mare calmo vorremmo un profilo uniforme, pari, su tutta la vela,  dall’alto al basso con buona potenza in alto e la possibilità di cazzare decisamente la scotta randa senza mandare in stallo la parte posteriore della vela.  Con mare piatto possiamo cazzare molto la scotta randa e stringere molto il vento. In condizioni di onda vorremmo una buona potenza nella parte bassa della vela e vorremo avere la parte alta della vela più aperta e svergolata (twisted). Questo ci  dà  potenza  e la parte alta della vela svergolata consente alla barca di accelerare facilmente consentendoci maggiormente di timonare e spingere più facilmente  la barca attraverso le onde. Generalmente non possiamo stringere il vento così tanto come nelle condizioni di mare piatto  ma a causa delle onde possiamo raggiungere una migliore VMG (velocity made good).

L’esempio tipico è quello in cui con vento in aumento il timoniere va a cazzare decisamente il cunningham ma non regola la rotazione dell’albero  a seguito della maggior tensione sul cunningham stesso. L’effetto di aumentare la tensione sul  cunningham è quello di appiattire la vela, ma principalmente in alto. Questo permette di aprire la balumina (leech)  della vela.  Potremmo sentire che la barca va bene, ma spesso la balumina è troppo aperta e non riusciamo a stringere bene il vento. Questa configurazione può andare bene con onde piuttosto alte ma su acqua piatta vorremmo avere una balumina molto più dritta in modo da poter ruotare l’albero più indietro.
Se riprendiamo i concetti chiave esposti all’inizio vediamo che l’albero diventa più rigido in alto e può flettere maggiormente in basso. Ciò significa potenziare la parte alta e appiattire la parte bassa della vela. Avendo aumentato la  tensione sul cunningham possiamo cazzare decisamente la scotta randa e stringere il vento  con buona velocità.

Altro tipico errore che accade, è che il timoniere in condizioni di vento forte, semplicemente regola l’abero ruotandolo indietro (chiudendo cioè lo spanner) portandolo in linea con il boma e  regola al massimo la tensione sul cunnigham. Poichè la rotazione dell’albero è troppo indietro (spanner troppo chiuso), la vela diventa troppo piena in alto e troppo aperta in basso. La vela avrà moltissimo twist (svergolatura) il che secondo alcuni velisti va bene per venti forti, ma dato che la parte alta dell’albero raggiunge la massima  rigidità verso la poppa della barca (nel senso prua-poppa), la vela rimarrà troppo piena in alto. Il risultato è che avremo una vela troppo  svergolata e con troppo profilo per il vento forte. Il twist sulla vela  provoca la perdita di capacità di stringere il vento  e la profondità della vela causa un eccessiva resistenza aerodinamica,  facendola rallentare. In effetti andiamo più lentamente e più bassi rispetto a barche regolate correttamente.

La regolazione delle crocette è un altro fattore significativo nel setup della vostra attrezzatura. Influisce in parte anche su quanto l’angolo di rotazione dell’albero ha effetto sulla profondità della vela. Questo può essere di per sè un argomento da trattare separatamente, perciò, per adesso, farò solo alcune considerazioni. Proviamo a pensare alla pre-flessione dell’albero (pre-bend) come al  controllo della posizione che gli fa prendere la sua flessione. Più aumentiamo il pre-bend dell’albero più in basso l’albero flette.  Più in basso l’albero cerca di flettere, più diventa dritta la parte alta. Più il pre-bend è piatto (più diminuiamo il pre-bend)  più la parte alta tende a flettere. La reazione normale dei timonieri è di aumentare il pre-bend per vento forte per appiattire la vela e ridurre il pre-bend in condizioni di vento leggero per aumentare la potenza.
Principalmente ciò è corretto, ma per avere il giusto bilanciamento della vela bisogna anche considerare la rotazione dell’albero. Come la maggior parte delle cose, troppo o troppo poco può essere dannoso. E’ un grave errore fatto da molti velisti appiattire troppo l’angolo delle crocette riducendo il pre-bend dell’albero per renderlo quasi dritto. Per  venti leggeri  questo fa più male che bene.

I timonieri più pesanti  spesso richiedono più curvatura  nella balumina perchè cercano più potenza.
Con una balumina più curva e crocette più piatte la velocità del vento leggero può rapidamente esaurirsi. La vela diventerà molto piena verso la parte bassa con un profondo angolo  di entrata dall’albero e una sezione della balumina molto chiusa. Quando prendete il primo vento nella vela potete sentire la potenza, ma potete anche sperimentare che la barca tende ad alzare uno scafo ma non andrà avanti facilmente. La barca in queste condizioni non riesce a stringere e non accelera.
In molti casi conviene procedere in un altro modo. In venti molto leggeri si può aumentare il pre-bend per aprire la parte bassa della vela e ridurre l’angolo di entrata della vela subito dietro l’albero. Con un corretto angolo di rotazione , per dare un suggerimento,  si può essere molto veloci. Ricordate soltanto che “piatto” è veloce e che “profondo” è lento. Riuscire a raggiungere la capacità di stringere molto ed avere potenza ha molto di più a che fare con angoli di entrata e uscita della vela.

Tra i velai ci sono molte idee differenti e la storia ha provato che esistono molti modi di costruire vele veloci. La cosa più importante è che il velista è in grado di capire come la vela dovrebbe lavorare e  come  gestirla bene. Anche restrizioni sui materiali e i progetti delle barche stesse cambiano il modo in cui la vela deve funzionare per raggiungere i migliori risultati. Alla Landenberger progettiamo le vele per Classe A per consentire all’albero di essere ben ruotato indietro. La ragione è che l'albero si crea molto profilo sull’attrezzatura e quindi è molto importante riuscire a ridurre parte della superfice dell’albero esposta al vento ruotandolo indietro quando il vento aumenta. Questo è il segreto per il successo.

Buon Vento.

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